domenica 3 aprile 2011

La CEI e l'accoglienza agli immigrati

E' notizia dei giorni scorsi che la CEI, con la collaborazione della Caritas e di 98 Diocesi italiane, avrebbe predisposto in varie regioni d'Italia un alloggio ed assistenza umanitaria per 2.500 immigrati tra quelli provenienti dalla Tunisia.
La notizia è apprezzabile ed è stata certamente apprezzata da tutti i cattolici degni di questo nome, che certamente non faranno mancare, nella prossima dichiarazione dei redditi, la scelta dell'8 per mille in favore della nostra benemerita Chiesa cattolica.
Peccato che la "predisposizione di alloggio di accoglienza idoneo ad agevolare materialmente l'ingresso illegale o la permanenza di immigrati clandestini" costituisca reato e precisamente quello previsto dall'art. 12, comma 5 del ddl 25.7.1998 n. 286, come modificato dall'art. 11 della legge 30.7.2002 n.189, punito con la reclusione fino a quattro anni e la multa fino a 15.493 euro (Cass. Sez. 3, n. 20673 del 9.3.2004).
Come si dice, quello che conta è l'intenzione e questa volta l'intenzione era certamente ottima.
Resta un dubbio: possibile che la CEI non si sia preoccupata di consultare un legale prima di lanciare la proposta?
E se lo avesse consultato e nonostante tutto avesse proseguito nella sua intenzione umanitaria, siamo certi che l'unico scopo che voleva perseguire era l'assistenza ai poveri immigrati?

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