lunedì 22 novembre 2010

Mara dolceamara.

La bella ministra Carfagna si è accorta all'improvviso che nella sua regione regnava il malaffare e che, nonostante i poteri di ministra e la colleganza con il ministro dell'interno dai baffi frementi contro le mafie, non sarebbe riuscita a liberare il suo partito dall'onta di avere tra i suoi dirigenti un indagato di camorra, che i magistrati volevano in galera. Che fare? Certo solo qualche anno fa avrebbe potuto usare il suo appeal per indurre il grande Presidente a fare pulizia, ma ora.... L'unica soluzione era minacciare dimissioni da ministro, da deputato e perfino da iscritta al PDL. Detto fatto, la notizia suscita grande interesse su giornali e tv. Tutti si chiedono se passerà con Fini, con Casini o con Mastella, oppure se abbandonerà del tutto un palcoscenico politico così inquinato, magari ritornando ad altri palcoscenici più divertenti. Poi, dopo qualche giorno, Berlusconi trova il tempo, tra un impegno e l'altro, tra un viaggio in Russia ed uno in Libia, di parlarle e, come per incanto, la bella ministra ritrova il suo sorriso, dichiara che tutto è stato risolto e può restare al suo posto per il bene dell'Italia e degli italiani. Ma, ora che sui cieli italici brilla l'arcobaleno, sarebbe troppo chiedere perché Mara, prima tanto amara, oggi è di nuovo dolce, visto che la situazione della sua Regione è rimasta quella che era?

venerdì 5 novembre 2010

La nipote di Mubarak

C'è un aspetto che, sulla vicenda della marocchina Karima, detta Ruby Rubacuori, nessuno finora abbia voluto approfondire: quello secondo il quale Ruby, ancora minorenne, ma dalle forme prosperose che le facevano credere quando dichiarava di avere 23 anni, sarebbe stata nipote di Mubarak, il Presidente egiziano.




Berlusconi ed il suo entourage dichiarano che era stata proprio la ragazza ad affermarlo ed a trarre in errore il Presidente del Consiglio italiano, spingendolo ad "informare" con urgenza ed in ore notturne il Capo di gabinetto della Questura di Milano affinchè non provocasse un incidente diplomatico trattenendo Ruby in Questura.




Quello che, però, non mi sembra che nessuno abbia rilevato è il fatto che la Presidenza del Consiglio non si è preoccupata minimamente di informare l'Ambasciata di Egitto perché provvedesse ad inviare urgentemente qualcuno a prendere in affidamento questa importante ospite, fermata per un banale furtarello ed abbia preferito invece incaricare una consigliera regionale dello stesso partito del premier nominata per l'occasione "incaricata di pubblico servizio" direttamente da Berlusconi.




Un'altra cosa che sembra stranissima, ma che non mi pare di avere sentito né letto sui media, è che nessuno si è mai chiesto se il Capo di Gabinetto della Questura, oltre a dare ordini precipitosi ai suoi sottoposti di interrompere qualsiasi procedura di fotosegnalazione della ragazza, abbia o meno informato il Presidente Berlusconi che Ruby non poteva essere nipote di Mubarak perché era una marocchina di famiglia poverissima, minorenne, scappata da casa e dalla comunità di accoglienza siciliana nella quale era stata collocata dai giudici minorili di Messina. Si stenta a credere che non l'abbia fatto, anche perché era suo preciso dovere informare il capo del governo di essere stato ingannato sia sull'età che sulla famiglia di origine. Ma se è così (e mi sembra che non può essere che così), allora il nostro Berlusconi, oltre ad avere il cuore troppo grande ha anche il cervello troppo piccolo, visto che fa "del bene" proprio a chi gli racconta frottole e lo espone per giunta a brutte figure in pubblico (pare che Ruby fosse presente nella veste di nipote di Mubarak e sia stata fotografata anche in occasione di una premiazione).




Contrariamente a quanto avvenuto per quest'ultima, pare che Berlusconi, anche dopo avere appreso la vera storia della "povera" Ruby, non si sia minimamente preoccupato di conoscerne i genitori e, magari, di aiutare anche loro. Probabilmente aveva paura che, in questo caso, la Lega avrebbe disapprovato, visto che questi sono marocchini.





martedì 31 agosto 2010

Gheddafi e la lapidazione di Sakineh

Grande rilievo sui media di questi giorni ai discorsi del colonnello libico sulla maggiore libertà delle donne nei paesi islamici. Certo se il "femminile" del nostro Paese viene misurato sul metro delle 500 ragazze ospiti a pagamento della sua ambasciata, delle quali tre che dicono essersi subito convertite all'Islam, forse qualcuno potrebbe ritenere che le donne islamiche conservino una maggiore dignità e libertà di pensiero rispetto alle nostre. Ma, per fortuna, non è così e chiunque osservi in una qualunque mattina le nostre ragazze che vanno al lavoro o a scuola e la confronti con tanti esempi di sfruttamento ed oppressione fino alla morte delle donne da parte dei loro uomini islamici (mariti, fratelli o padri) può capire l'assurdo delle affermazioni di Gheddafi. Tuttavia qualcuno dovrebbe e potrebbe approfittare della provocazione lanciata per chiedere a Gheddafi o almeno al suo rappresentante diplomatico a Roma che cosa pensa della condanna alla lapidazione dell'iraniana Sakineh, della sua libertà come donna e, magari di sottoscrivere gli appelli che da più parti sono stati lanciati per la sua liberazione o, almeno, per evitarle l'orribile morte alla quale è stata condannata. Ci sarà qualcuno disposto a raccogliere questa umile proposta?

venerdì 23 aprile 2010

Presentazione

Il blog Teti Nera è dedicato alle cose che offendono il nostro senso dell'equilibrio e della bellezza.


Teti, come sanno coloro che si interessano di mitologia greca, era la più bella delle Nereidi; tanto bella che Giove e Nettuno volevano sposarla. Ma aveva un destino che faceva paura: i suoi figli sarebbero stati più forti del padre che li avesse generati.



Per questo i grandi dell'Olimpo rinunziarono a Lei e Giove impose a Peleo, un umano, di sposarla. Da questo matrimonio nacquero diversi figli, tra i quali l'unico che riuscì a conservare qualcosa di umano (il solo tallone) fu Achille, visto che Teti era riuscita a rendergli altri interamente divini.



In varie parti della Grecia Teti era considerata la vera dea della bellezza, della grazia e dell'armonia, più ancora di Venere.



Ho scelto il suo nome al negativo (Teti Nera) per riflettere sulle cose sgraziate che la cronoca o la politica ci impongono quasi quotidianamente.



Ormai sono un ex magistrato pensionato, ben più conosciuto come autore di "Temi Nera", dedicato alle brutture della giustizia. Mi auguro che anche questo blog abbia qualche lettore come, con l'involontario e non richiesto aiuto del Consiglio Superiore della Magistratura, ha avuto l'altro.

Buona lettura a tutti gli amici vecchi e nuovi, con la speranza che non mi faranno mancare consigli, notizie, aiuti e commenti, anche negativi.