martedì 31 agosto 2010

Gheddafi e la lapidazione di Sakineh

Grande rilievo sui media di questi giorni ai discorsi del colonnello libico sulla maggiore libertà delle donne nei paesi islamici. Certo se il "femminile" del nostro Paese viene misurato sul metro delle 500 ragazze ospiti a pagamento della sua ambasciata, delle quali tre che dicono essersi subito convertite all'Islam, forse qualcuno potrebbe ritenere che le donne islamiche conservino una maggiore dignità e libertà di pensiero rispetto alle nostre. Ma, per fortuna, non è così e chiunque osservi in una qualunque mattina le nostre ragazze che vanno al lavoro o a scuola e la confronti con tanti esempi di sfruttamento ed oppressione fino alla morte delle donne da parte dei loro uomini islamici (mariti, fratelli o padri) può capire l'assurdo delle affermazioni di Gheddafi. Tuttavia qualcuno dovrebbe e potrebbe approfittare della provocazione lanciata per chiedere a Gheddafi o almeno al suo rappresentante diplomatico a Roma che cosa pensa della condanna alla lapidazione dell'iraniana Sakineh, della sua libertà come donna e, magari di sottoscrivere gli appelli che da più parti sono stati lanciati per la sua liberazione o, almeno, per evitarle l'orribile morte alla quale è stata condannata. Ci sarà qualcuno disposto a raccogliere questa umile proposta?