lunedì 22 novembre 2010

Mara dolceamara.

La bella ministra Carfagna si è accorta all'improvviso che nella sua regione regnava il malaffare e che, nonostante i poteri di ministra e la colleganza con il ministro dell'interno dai baffi frementi contro le mafie, non sarebbe riuscita a liberare il suo partito dall'onta di avere tra i suoi dirigenti un indagato di camorra, che i magistrati volevano in galera. Che fare? Certo solo qualche anno fa avrebbe potuto usare il suo appeal per indurre il grande Presidente a fare pulizia, ma ora.... L'unica soluzione era minacciare dimissioni da ministro, da deputato e perfino da iscritta al PDL. Detto fatto, la notizia suscita grande interesse su giornali e tv. Tutti si chiedono se passerà con Fini, con Casini o con Mastella, oppure se abbandonerà del tutto un palcoscenico politico così inquinato, magari ritornando ad altri palcoscenici più divertenti. Poi, dopo qualche giorno, Berlusconi trova il tempo, tra un impegno e l'altro, tra un viaggio in Russia ed uno in Libia, di parlarle e, come per incanto, la bella ministra ritrova il suo sorriso, dichiara che tutto è stato risolto e può restare al suo posto per il bene dell'Italia e degli italiani. Ma, ora che sui cieli italici brilla l'arcobaleno, sarebbe troppo chiedere perché Mara, prima tanto amara, oggi è di nuovo dolce, visto che la situazione della sua Regione è rimasta quella che era?

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